verdi del trentino
    elezioni del parlamento europeo 6 e 7 giugno 2009
    torna a precedente    

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

 

I candidati verdi nell'alleanza
"SINISTRA E LIBERTÀ"
della Cicoscrizione Nord-Est

Sepp KUSSTATSCHER
vedi scheda

Renate HOLZEISEN
vedi scheda

rassegna
stampa

Trento, 4 giugno 2009
INVITO AL VOTO
di Marco Boato
leggi tutto

I RISULTATI
ELETTORALI

Voti di lista
Italia + Estero
apri PDF

Voti di lista
II Circoscrizione
Nord-Est + Estero

leggi PDF

Voti di preferenza
II Circoscrizione
Nord-Est + Estero

leggi PDF

Trento, 6 maggio 2009
CONFERENZA STAMPA
di presentazione dei candidati del
Trentino-Alto Adige/SÜdtirol
per le Elezioni europee del 6-7 giugno 2009

TRENTO – venerdì 8 maggio 2009 – ore 16.30
Saletta al piano terra dell’ Hotel America – via Torre Verde, 52

Partecipano i candidati al Parlamento europeo nella
Circoscrizione Nord-est
On. Sepp KUSSTATSCHER
europarlamentare uscente dei Verdi
Avv. Renate HOLZEISEN
avvocatessa di Bolzano
Dott. Emilio ARISI
direttore U.O. Ostetricia-Ginecologia dell’ Ospedale
“S.Chiara” di Trento

Saranno presenti i rappresentanti delle forze politiche che compongono l’alleanza “SINISTRA e LIBERTA’ ”
per le elezioni europee
VERDI - Sinistra Democratica
Partito Socialista - Movimento per la sinistra

Tutti gli organi di informazione del Trentino
sono invitati a partecipare.

 

Trento, 5 giugno 2009
Votate Sepp,
l’amico
dei trentini

di Roberto Bombarda,
consigliere regionale
dei Verdi

da l’Adige di
venerdì 5 giugno 2009
leggi tutto

Bolzano, 22 aprile 2009
Ciclone Holzeisen,
la candidata
dei Verdi spara
su Svp ed Ebner

dal Trentino di
mercoledì 22 aprile 2009
leggi tutto

Sepp Kusstatscher

www.Kusstatscher.net



Sepp Kusstatscher

Famiglia
Nato nel 1947 a Villandro (BZ), cresciuto con otto fratelli e sorelle su un maso di montagna, sposato con Maria Mayr di Riscone, due figlie, nonno di tre nipotini.

Formazione
Scuole elementari a Villandro, scuole medie e superiori presso l’Istituto Johanneum a Tirolo. Studi universitari di filosofia, teologia e pedagogia a Bressanone, Innsbruck e Klagenfurt.

Lavoro
Attività di insegnamento in diverse scuole medie e superiori; attività di formazione per adulti e nella formazione professionale. Per 17 anni direttore delle scuole professionali di Bressanone. Dal 2001 al 2003 responsabile per la formazione professionale degli insegnanti presso le scuole professionali nella provincia di Bolzano.

Associazionismo e politica
Membro del direttivo e successivamente presidente della Südtiroler Hochschülerschaft/Associazione degli Studenti universitari del Sudtirolo dal 1973 al 1974; Sindaco di Villandro dal 1974 al 1985; Consigliere Provinciale e Presidente dell’ala sociale della Südtiroler Volkspartei/Arbeitnehmer dal 1988 al 1993. Presidente fondatore del consorzio di bonfica fondiaria di Villandro e del Consorzio per il trattamento delle acque nere del Basso Isarco. Membro di numerose iniziative civiche, quali la Transitinitiative Südtirol/Sudtirolo, per venti anni responsabile del Comitato di educazione permanente di Villandro. Rottura con l’SVP (1999) in seguito a divergenze di opinioni in questioni ecosociali nonché politiche e di democrazia applicata, ritiro temporaneo dalla politica attiva. Dal 2003 Consigliere Provinciale per il Verdi nella Provincia di Bolzano. Elezione nel Parlamento Europeo nel 2004, membro della commissione per il lavoro e le politiche sociali e della commissione trasporti e turismo, nonchè presidente del Intergruppo Parlamentare sul turismo.

Proposte programmatiche
Sono soprattutto due le esperienze che ho avuto modo di fare al Parlamento Europeo:
1) Bruxelles è un luogo di compromessi. Non è così per gli stati nazionali, dove i rappresentanti di partiti minoritari hanno meno influsso rispetto a quanto invece accade nell’UE.
2) Dall’altro lato, gli egoismi nazionali e gli spietati interessi della grande industria rappresentano gli elementi frenanti che impediscono all’Europa di diventare un’unione di stati non solo economica ma anche ecosociale, nell’interesse di tutti i cittadini e le cittadine di questo continente.

Riflessioni generali
Al centro della politica verde stanno le persone, inserite nel loro contesto sociale e naturale. La persona ha bisogni biologici, culturali e sociali. Per questo la politica verde deve essere una politica ecosociale.

Energia e cambiamento climatico
Le misure finora prese dall’UE nell’ambito della politica energetica non potranno impedire il futuro caos climatico. Come Verdi dobbiamo puntare con maggiore decisione su risparmio ed efficienza energetica, soprattutto nei settori dell'edilizia e del traffico, quelli dove risiede il più alto potenziale di risparmio.
Nell'edilizia, gli standard del risparmio e dell'efficienza energetica devono diventare la norma, non più la virtuosa eccezione. Qualche progresso c'è stato, ma resta ancora molto da fare. Anche al traffico, che da solo assorbe un terzo delle fonti energetiche fossili, va applicata l'idea del risparmio e dell'efficienza: basta con gli spostamenti di merci tutt'altro che necessari, e per il trasporto di persone, promuoviamo e potenziamo i mezzi pubblici!
Sono necessari passi concreti e innovativi in questa direzione, anche se per alcuni settori dell’economia e dell’industria ciò potrebbe comportare un considerevole sforzo di adattamento. Anche l’impiego di energie pulite e non pericolose va potenziato: investiamo di più nelle rinnovabili!
Il consumo di risorse esauribili non è più sostenibile: usiamo quindi la leva fiscale per renderlo meno conveniente, accelerando così il passaggio a modelli economici più sostenibili per l'ambiente! L’energia nucleare va respinta con chiarezza, finché i gravi rischi che comporta, dalla produzione al deposito delle scorie, non potranno essere esclusi con assoluta certezza. Il nucleare inoltre si basa su fonti esauribili, perciò non rappresenta una soluzione di lungo periodo!

Armonizzazione di standard sociali e fiscalità – un’alternativa: il reddito di base
Finché negli stati membri vigeranno sistemi previdenziali diversi, e finché la produttività e l’erogazione di servizi saranno soggetti a regimi fiscali tanto diversi, il libero mercato interno all’UE resterà un mercato sleale e ingiusto. La contraddizione maggiore consiste nel gravare il lavoro di tasse e oneri sociali assumendo contemporaneamente che esista sufficiente lavoro retribuito per tutte le persone in età lavorativa. La piena occupazione non è mai stata possibile né mai lo sarà.
Un reddito di base incondizionato avvierebbe un’indispensabile svolta paradigmatica e metterebbe a portata di mano dell’umanità libertà, giustizia e autorealizzazione, ma anche sostenibilità sociale ed ecologica.
Sostenibilità soprattutto perché il consumo, in continuo aumento, di risorse non rinnovabili è irresponsabile e trascina la crescente produttività in una spirale di crescita deleteria dal punto di vista ecologico. Allo stesso tempo, si accentua l’iniqua spartizione dei beni fra i pochi ricchi e i molti poveri. Di conseguenza è necessario tassare in primo luogo consumo e rendite finanziarie, e non il lavoro.

Libertà, uguaglianza e solidarietà
Il trattato di Lisbona non può essere considerato una Costituzione, quanto piuttosto un tentativo di coordinare una molteplicità di trattati e risoluzioni, con l’obiettivo di dare all’Unione Europea più capacità d’azione e di renderla più democratica. L’Europa però ha bisogno di una vera Costituzione, in cui siano sanciti i diritti fondamentali dei cittadini e i principi dello sviluppo ecosociale sostenibile. Una volta inseriti in una Costituzione, questi diritti saranno anche più facilmente rivendicabili se venissero disattesi in singoli stati membri. La Costituzione, che deve essere un testo semplice ed essenziale, va sottoposta a consultazione popolare su scala europea. L’esito negativo in uno Stato membro dovrebbe implicarne l'uscita dall’UE.
L'UE ha bisogno di chiarezza: sulle competenze dei suoi organi, sulle procedure decisionali e sui suoi confini. Chiarire i confini tuttavia non significa porre dei limiti alla solidarietà. La Russia, la Turchia e gli stati nordafricani sono nostri vicini e come tali devono essere trattati da parte nostra.

Trasparenza e democrazia
Una politica ecosociale richiede il massimo grado di trasparenza e democrazia: è necessario che i processi decisionali siano chiari e comprensibili per chiunque! La democrazia ha bisogno di regole chiare e deve garantire a tutte le persone la possibilità di partecipare ai processi sociali e politici. Oggi la democrazia risulta indebolita nelle sue fondamenta a causa della concentrazione del potere economico .- e di conseguenza sociale- in poche mani. Per questo si sente sempre più spesso parlare di “postdemocrazia”.
Bisogna evitare le decisioni non democratiche, gli abusi e il predominio degli interessi privati. Sulle questioni fondamentali vanno previste forme di democrazia diretta.

Un’Europa dei valori umani
Noi Verdi chiediamo un’Europa dei valori umani! I movimenti migratori sono sempre esistiti ed hanno segnato il carattere dell’Europa. Il diritto di ogni individuo all’emigrazione è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. In questo nostro mondo globalizzato una posizione libera da pregiudizi nei confronti dell’immigrazione e il rispetto del prossimo sono ideali importanti cui dobbiamo dedicare la nostra attenzione e i nostri sforzi.
La continua criminalizzazione di gruppi marginali condurrà a gravi conflitti: quanto più le persone sono oggetto di emarginazione e ingiustizia, tanto più diventano aggressive.
Solidarietà però significa anche contrastare le cause dei flussi migratori, stabilendo una situazione di giustizia globale. Chi pensa di poter tenere lontano i vicini che cercano scampo dalla povertà attraverso muri sempre più alti o con la forza delle armi è miope ed egoista.

Tutti noi desideriamo la pace – in Europa e nel mondo intero.
Storicamente l’Unione Europea è il più grande progetto di pace mai esistito. A lei è dunque affidata una grande responsabilità nei confronti dell’intero globo terrestre. È per quest’Europa che dobbiamo impegnare le nostre forze.
Tutte le nostre decisioni devono essere chiaramente ispirate all'etica. Giustizia, solidarietà e sostenibilità non possono essere solo belle parole nei nostri discorsi: devono piuttosto diventare un metro di giudizio concreto nelle decisioni e nelle azioni della quotidianità politica.
L’avvenire dell’Europa è molto più della semplice continuazione del passato e del presente. Ma perché ci sia un futuro migliore è necessaria una svolta decisa, una svolta verde.

 

 

Renate Holzeisen

www.holzeisen.eu



Avv. Renate Holzeisen

Famiglia
Nata il 10 settembre 1966 a Bolzano da madre del Renon e da padre vipitenese, primogenita di due sorelle, Renate Holzeisen è madre single di Aaron, ora quattordicenne.

Formazione
Ultimati gli studi tecnici commerciali superiori in Bolzano, Renate inizia contemporaneamente i corsi universitari di economia politica e di giurisprudenza a Innsbruck.
Interessata sin dall’origine alla politica, approfitta delle competenze acquisite presso entrambe le facoltà per condurre un’analisi degli accadimenti e delle necessità della comunità.
In soli 6 anni Renate conclude con merito e a tempo di record entrambi i corsi universitari.
Già durante il periodo universitario insegna per tre anni presso istituti superiori dell’Alto Adige, con un incarico a tutto tondo.
Dal 1991 al 1993 è Assistente nell’ambito del corso di Diritto Italiano dell’ Università di Innsbruck.
Sostiene le prove di abilitazione prima alla professione di Dottore Commercialista, poi alla professione di Avvocato.
Renate è una dei pochi professionisti in Italia a poter vantare la propria contemporanea iscrizione sia all’Albo degli Avvocati, sia all’Albo dei Dottori Commercialisti e Revisori Contabili.

Professione
Dal 1992 al 1994 è a Milano (in un periodo contrassegnato dall’esperienza di “tangentopoli”), presso uno dei maggiori studi al mondo nel campo della consulenza legale e fiscale.
Di seguito Renate lavora in Bolzano nello studio del Dottore Commercialista Rudolf Rimbl, attivo nella consulenza fiscale e commerciale internazionale.
A partire dal 2003 Renate Holzeisen è partner dello Studio Rimbl Holzeisen & Partners e fornisce consulenza nel campo giuridico e fiscale ad imprese di proiezione internazionale e attive in diversi ambiti settoriali (fiscale, societario e appalti pubblici); punto focale della sua attività professionale e della sua specializzazione è il Diritto Europeo.
Dal 2009 insegna nuovamente presso l’Università di Innsbruck diritto Tributario con riferimento al contesto italiano, internazionale e specialmente europeo.

Impegno sociale e politico
Anche in assenza di uno specifico orientamento partitico, l’impegno di Renate Holzeisen è da sempre improntato al suo senso di legalità e giustizia. Già al tempo della sua formazione scolastica riveste l’incarico di rappresentante di classe e di rappresentante degli studenti nel consiglio d’istituto. Chi la conosce sa bene che Renate non evita mai la discussione e il confronto quando si tratta di contrapporsi all’ingiustizia o al pregiudizio.
Renate conosce un’espansione della propria visibilità attraverso il suo impegno a fianco di singoli contadini, soci di potenti cooperative e a supporto dei diritti dei contadini-allevatori nella causa Milkon-Gastrofresh. Nemmeno il coinvolgimento del partito politico di maggioranza in Alto Adige (SVP) e dell’influente associazione Raiffeisen impedisce all’Avv. Holzeisen di sostenere i diritti dei piccoli contro i potenti.
Nel frattempo Renate Holzeisen rappresenta anche un crescente gruppo di azionisti di minoranza della “Casa Editrice Athesia S.p.a.” e si pone in evidenza, poco prima della propria candidatura ufficiale, per la sua aperta critica a una Giustizia locale asservita all’influenza politica e partitica.

Informazioni private
Renate Holzeisen coltiva un profondo interesse per l’arte e si dedica, nei limiti consentiti dai suoi impegni professionali e ora anche politici, alla pittura, alla musica, e anche ai viaggi, nel desiderio di venire in contatto con popoli e culture straniere.

Proposte programmatiche

Democrazia, Trasparenza, Stato di diritto
Presupposto di un’autentica democrazia è una forte e qualificata opposizione, che sia garante di un efficace controllo e della massima trasparenza nelle decisioni politiche. È la trasparenza che ci tutela avverso l’utilizzo abusivo di potere e mezzi pubblici.
Proprio il Sudtirolo è un esempio di che cosa può succedere quando per decenni un solo partito governa perseguendo i propri interessi di potere attraverso una capillare struttura sociale.
Questa struttura è fatta di potenti associazioni di categoria (ad es. il Bauernbund), cooperative (prime di tutte le cooperative lattiero – casearie), da numerose società di capitale pseudo private, nelle quali la Provincia Autonoma di Bolzano è azionista di controllo (vedi la SEL Spa) e se ne serve allegramente per sistemare politici usciti di scena di propria volontà o per volontà degli elettori, e da un’evidente influenza sulla giurisdizione nei casi giudiziari che osano sfiorare i vertici di questo sistema di potere (giustizia addomesticata).
Senza il ripristino di normali condizioni democratiche – cioè senza la consapevolezza da parte dei politici della necessità fisiologica di un ricambio della classe dirigente e senza la consapevolezza da parte degli elettori che la sovranità sta in ultima analisi nelle loro mani – non c’è stato di diritto.
Che cosa succede quando la trasparenza negli atti politici ed economici viene avvertita e vissuta come un peso, o come qualcosa di superfluo e inconcepibile (…“me ne frego!“)  lo dimostra chiaramente l’attuale crisi economico-finanziaria.
L’Europa, e in particolare il Sudtirolo, hanno bisogno di cittadini e cittadine consapevoli e coraggiosi!

Politica economica ed energetica
La crisi economico-finanziaria dimostra che l’accanita ricerca di una crescita puramente quantitativa mette in pericolo il nostro benessere.
“Economia”, nella sua origine greca, significa l’amministrazione della casa, del bene comune. Economia non può prescindere dalla necessità di un’autentica tutela dell’ambiente, dall’uso prudente di risorse scarse, dalla necessità di una giustizia sociale che è nell’interesse di tutti.
Il rafforzamento mirato dei settori economici e delle tecnologie sostenibili dal punto di vista sociale ed ambientale rende possibile controbilanciare gli ormai evidenti limiti dei tanti settori che provocano un eccessivo sperpero di risorse ed inaccettabili disuguaglianze. Qual`è la risposta dell’Alto Adige agli annunci del potere politico centrale romano di voler promuovere ed incentivare di nuovo la produzione energetica nucleare? Sono gli impianti a pellet o cippato, ben funzionanti ma istituiti senza concetto, veramente la risposta adeguata?
Il nostro operato economico ci procurerà un benessere durevole e una buona qualità della vita solo se sarà espressione di intelligenza ecologica e sostegno alle persone socialmente più deboli.
Oltre all’aspetto puramente umanitario, principio etico che dovrebbe informare ogni nostra azione, non può essere interesse di nessuno, anche da un semplice punto di vista economico, che sempre più persone e famiglie diventino sempre più povere. Un sistema economico sano deve garantire che le persone che lavorano non vivano minacciate di continuo dalla trappola della povertà, che in ultima analisi le annulla anche come consumatrici.
Deve essere un obbiettivo comune della politica e dell’economia andare incontro con un’attività intelligentemente ecologica alla crescente consapevolezza di consumatori sempre più informati, attenti all’ambiente e alla salute. Dovrebbe stare a cuore a noi tutti la creazione di rapporti di scambio internazionali che siano equi e solidali. Non è tollerabile che milioni di persone che producono cibo e materie prime in tante parti del mondo vengano sfruttate ed affamate, mentre poche grandi imprese transnazionali si accaparrano i profitti del loro lavoro.
Perché gli imprenditori possano lavorare con successo e creare attraenti posti di lavoro occorrono precise condizioni. Non è tollerabile che la crescente necessità di mezzi finanziari da parte dello Stato si trasformi in un continuo aggravio per le imprese e in una continua perdita del valore reale di salari e stipendi.
I politici devono essere sempre consapevoli dell’origine del denaro che si trovano a maneggiare. Il gettito fiscale, col quale viene finanziato anche un crescente e spesso inaccettabile apparato burocratico, arriva dalle tasse dei lavoratori e delle imprese. Questa consapevolezza manca palesemente anche in Sudtirolo.
La crisi economico-finanziaria induce a livello mondiale una spinta ad accrescere i meccanismi di controllo. Questa è una scelta fondamentalmente giusta, che però non può diventare un alibi: infatti nei paesi industrializzati sono già da tempo previsti meccanismi di controllo del settore finanziario, che tuttavia non sono stati di fatto presi sul serio. Si tratta dunque di esigere prima di tutto la seria applicazione dei meccanismi di controllo esistenti. E questo è assolutamente necessario anche in Sudtirolo. In quale altro territorio della comunità europea un capo di un governo provinciale oserebbe storpiare un organo di controllo, garante della democrazia, trasparenza e dunque legalità, qual è appunto la Corte dei Conti  in Italia?!
La politica energetica è al primo posto dell’agenda europea. I Verdi  sono stati i pionieri dello sviluppo di fonti energetiche alternative e rispettose dell’ambiente. Persino la “nuova America” ha scoperto che deve essere per forza di cose praticata una politica che imponga lo sviluppo delle energie rinnovabili e sostenibili. E, che non rimanga nessun dubbio: politica energetica ecologica può essere economicamente realizzata in maniera vincente. Gli investimenti e gli incentivi devono confluire in progetti capaci di futuro. Nuovi posti di lavoro devono essere creati con intelligenza e sostenibilità ecologica.
Sono necessarie infrastrutture moderne, orientate al domani e rispettose dell’ambiente.
Solo così è possibile risolvere il problema della non più tollerabile mobilità individuale e accrescere la qualità della vita. Anche questa è un sfida per il Sudtirolo, territorio di passaggio tra Nord e Sud, tormentato dal traffico. Coloro che considerano essere il tunnel del Brennero una risposta adeguata a tale sfida, dovrebbero esigere un programma di finanziamento realistico e una soluzione globale del problema traffico: i costi enormi che vengono coperti con mezzi pubblici ci costringono ad una verifica ipercritica di questo megaprogetto.

Ricerca e sviluppo
Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono una misura essenziale per un futuro vivibile e umano.
La politica dei Verdi non mette a rischio i fondamenti economici della società; al contrario, li poggia su basi sane, solide, durature. La politica verde ha dato un contributo essenziale allo sviluppo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale e all’uso attento e parsimonioso di energia e risorse naturali.
Nel settore dell’energia e della mobilità moderna l’Alto Adige avrebbe un grande potenziale. La Provincia Autonoma invece investe complessivamente meno dell’ 1 per cento (!) del suo bilancio in ricerca e sviluppo, il che è decisamente troppo poco! Un ulteriore esempio dell’utilizzo miope ed inefficiente dei mezzi pubblici.

Formazione
Il capitale umano è, accanto alle risorse naturali, il fattore decisivo per la forza di un sistema economico.
Una formazione di qualità non garantisce solo a ogni bambina e bambino il diritto alle pari opportunità, ma è un presupposto essenziale perché un sistema economico possa durare.
Abbiamo bisogno di un sistema formativo che riconosca e valorizzi le capacità personali di ogni bambino e bambina. Il sistema di istruzione pubblica è purtroppo ancora troppo orientato ad un unico modello di apprendimento, mentre le nostre bambine e bambini andrebbero scoperti nei loro particolari talenti da educatori ed educatrici formate a questo scopo che operino in strutture formative avanzate.
Le nostre società (ed anche il sistema economico sudtirolese) non si possono permettere che i talenti personali dei nostri figli e figlie restino inespressi, nascosti, oppure vengano scoraggiati. Desideriamo bambine e bambini felici, giovani motivati impegnati nei diversi settori della nostra vita. Quello di cui non abbiamo bisogno è la distruzione del loro prezioso potenziale per colpa di politiche formative da tempo sorpassate.
Abbiamo bisogno innanzitutto di sostenere le competenze linguistiche. Proprio in un’area come il Sudtirolo dovrebbe essere scontato che venga garantito ai nostri figli un capitale prezioso come la conoscenza di più lingue.
Sapersi muovere con sicurezza in più lingue è per ciascuna bambina e bambino, per ciascun giovane, un diritto fondamentale che mai nessuno per nessuna ragione può negargli.
Dobbiamo impedire che una falsa concezione di identità erga barriere linguistiche laddove da tempo non esistono più. Sapersi esprimere in più lingue non significa affatto la perdita dell’identità o della madrelingua. E’ invece la garanzia e l’incoraggiamento a vivere positivamente i valori della propria cultura in uno spirito europeo, in definitiva in uno spirito da cittadini del mondo.
Come offerta aggiuntiva alle esistenti scuole in madrelingue serve l’istituzione di una scuola plurilingue. Già esiste da anni lo scambio di insegnanti tra Trento e Innsbruck, che così hanno istituito scuole bilingui. Facciamo ben attenzione, noi in Sudtirolo, a non perdere il treno della formazione linguistica per colpa di malintese paure identitarie! Anche la nostra giovane Università può sviluppare i propri punti di forza solo in una autentica formazione plurilingue. Proprio la nostra Università ci dimostra quanto tante paure, forse giustificate in passato, oggi non abbiamo più ragione di esistere.
Politica della formazione significa anche sviluppare la consapevolezza che posti di lavoro e carriere non devono dipendere dall’appartenenza partitica, ma dalla preparazione e dalla qualificazione, particolarmente in quelle posizioni che sono sostenute da denaro pubblico. La concorrenzialità delle future generazioni non viene rafforzata dal conformismo e dalla sottomissione al sistema politico dominante, ma dalla trasparenza e dalle pari opportunità per tutti.

Politica estera e della sicurezza europea.
L’Europa non può perdere l’occasione enorme data dall’invito che le viene dalla “nuova America” di Barack Obama a impegnarsi maggiormente nell’agenda della politica estera. Il mondo si è messo di nuovo in movimento e l’Europa deve contribuire alle nuove prospettive che si sono aperte.
L’Europa porta, insieme alle altre “grandi potenze”, la responsabilità che  molti stati – ad esempio africani – non siano stati in grado di sviluppare condizioni autenticamente democratiche e uno sviluppo autonomo. Come ex potenze coloniali e protagoniste di una politica di dominio durata secoli e caratterizzata da sfruttamento, egoismo, miope sostegno a regimi totalitari - politica che poi è diventata un boomerang soprattutto per l’Europa - gli stati europei (e specialmente l’Italia) devono lavorare col massimo vigore, insieme alla “nuova America” di Barack Obama, per fare in modo che la nostra politica estera non sia più decisa dalle lobby delle armi e del traffico di materie prime, ma sia rivolta a rendere possibile alle popolazioni di interi continenti (in particolare l’Africa) di promuovere il diritto umano fondamentale ad una vita dignitosa. Se non siamo capaci di fare questo, si andrà verso crescenti conflitti sociali nel cuore della “piccola” Europa.
E’ ingiusto che milioni di persone siano costrette all’emigrazione perché interi popoli sono messi in fuga, in condizioni per noi inimmaginabili, da persecuzioni politiche, guerre, torture, fame, miseria, disperazione.
La garanzia di un commercio equo (con la fine dello sfruttamento dei paesi del Sud da parte del ricco Nord) è condizione indispensabile per la pace mondiale e lo sviluppo autonomo, economico e democratico della parte più povera del pianeta. Questo dev’essere l’impegno dell’Unione Europea a fianco della “nuova America” di Barack Obama.
Nessuno può dubitare che la politica di pace – fondamento della politica verde – garantisce anche molta più prosperità economica e sicurezza di una politica di guerra.

Diritti fondamentali e principi etici per l’Europa e l’Alto Adige
Se consideriamo la varietà delle religioni esistenti al mondo e la necessità di un rispetto reciproco, con la rinuncia a qualsiasi pretesa di “verità assoluta e solitaria”, diventa evidente la necessità di sistemi statali improntati alla laicità. Le comunità dei fedeli delle grandi religioni mondiali, che hanno tra loro in comune molto più di quanto non si creda, non devono lasciar monopolizzare la scena alle loro componenti fondamentaliste: neanche a quelle che in mezzo ad un continente africano scosso dall’ AIDS lottino contro il preservativo quale mezzo di salvaguardia fisica.
Per quanto ci riguarda, dobbiamo impedire proprio che il fondamentalismo cattolico continui a determinare un clima ostile al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto ed omosessuali, al diritto di decidere sul proprio corpo e al libero sviluppo del proprio io.
I timori suscitati dai fenomeni migratori non si devono ignorare. Le sollecitazioni che ci pone la migrazione si possono affrontare con una politica consapevole ed umana. L’accoglienza di immigrati e immigrate che arrivano in Europa per costruire qui una vita migliore non deve farci temere una perdita di identità o di valori. Al contrario.
I sistemi democratici e di diritto dell’Unione Europea, proprio per tutelare i pilastri delle proprie Costituzioni, devono fare la massima attenzione a che siano garantiti sempre i principi fondamentali della libertà religiosa, della libertà di opinione, della libertà personale e fisica, della parità tra uomo e donna, della tolleranza.
Non si può negare il fatto che la migrazione rappresenti un arricchimento culturale e un fondamentale fattore economico, da cui dipendono importanti settori economici e lo stesso nostro sistema pensionistico. Discriminazione ed isolamento portano una società all’ immiserimento, sia culturale che economico. I migranti ci danno molto di più di quanto ricevano da noi.
E’ particolare interesse dell’Unione Europea, insieme alla “nuova America” di Barack Obama, lanciare chiari segnali di politica estera che facciano capire a tutti i popoli del mondo che noi tutti, che insieme su questa piccola sfera terrestre attraversiamo il cosmo infinito - che noi tutti siamo “sulla stessa barca” e che in fin dei conti ci potrà essere un benessere solido e durevole solo se terremo fede a quei principi che con tanta fatica furono conquistati dalla Rivoluzione Francese: liberté, egalité, fraternité.

 

vedi anche

elezioni europee 2004

parlamento europeo

 

© 2000 - 2024
EUROPA VERDE    
VERDI DEL TRENTINO

webdesigner:

m.gabriella pangrazzi

 

torna su